mercoledì 6 dicembre 2017

ANCHE I DISTURBI SEGUONO LE MODE?




E’ un fatto ormai ben visibile in psicologia che ognuno, quasi sempre, costruisce i problemi che poi subisce; è chiaramente, il più delle volte, un meccanismo involontario e inconsapevole, che a ben guardare non è totalmente negativo. 
Se sono infatti “parte del problema” posso essere anche parte della soluzione; non è un caso che, in psicologia strategica, il solo bloccare le tentate soluzioni disfunzionali che la persona mette in atto e, contemporaneamente,  il mantenere e rinforzare le soluzioni che funzionano, basti molto spesso per ottenere significativi miglioramenti.

Ma non possiamo ignorare l’influenza che le condizioni storico, sociali ed economiche hanno sulla vita delle persone; gli psicologi quindi possono notare che in periodi diversi è possibile registrare diverse incidenze delle problematiche.

E’ abbastanza intuitivo ad esempio capire che, in un periodo post bellico o in zone geografiche martoriate da conflitti, la frequenza del Disturbo Post Traumatico da Stress sia molto più elevata, e non solo nei soldati direttamente coinvolti nel conflitto; un altro esempio è ben rappresentato dai casi in cui inizia ad essere commercializzato un nuovo farmaco per un determinato disturbo1: l’invenzione di una nuova classe di antidepressivi  sembra rendere allora, ad esempio,  “più facile” la diagnosi di depressione.

Nell’epoca odierna, negli studi di psicologi e psicoterapeuti,  iniziano ad essere sempre più frequenti i disturbi ossessivi e ossessivo-compulsivi, che sembrano , nei numeri,  aver preso il primato a disturbi d’ansia e attacchi di panico.2

La possibilità di avere tutto sotto controllo, a partire dalla propria salute – grazie ai progressi della medicina- fino ad arrivare al luogo in cui si trovano i propri figli (con le app degli smartphone) passando per la comunicazione con gli altri (sms, social, e-mail sempre attive sul telefono), rischia di far cadere l’essere umano nell’autoinganno del “più cerco di ottenere il controllo e più lo perdo”: da qui, l’ossessione costante che il telefono sia sempre carico e connesso, la compulsione di sottoporsi ad esami medici costanti e continui, la necessità maniacale di avere tutta la giornata ( o la vita) perfettamente organizzata e prevedibile.

Inserire quindi un piccolo imprevisto nella quotidianità (lasciare a casa il cellulare, rimandare una commissione, posticipare la lettura di una mail…) possono essere piccoli antidoti alle tendenze ossessive.


1 Un interessante analisi sugli psicofarmaci la trovate in “Psicopillole” di Alberto Caputo e Roberta Milanese, Ed. Ponte alla Grazie, 2017
2 In molti più casi di quello che si pensa, i sintomi che il paziente porta come di tipo “ansioso” possono in realtà rivelarsi di altro tipo (ossessioni, rabbia, compulsioni….)

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