ANCHE I DISTURBI SEGUONO LE MODE?
E’ un fatto ormai ben visibile in psicologia che ognuno,
quasi sempre, costruisce i problemi che poi subisce; è chiaramente, il più
delle volte, un meccanismo involontario e inconsapevole, che a ben guardare non
è totalmente negativo.
Se sono infatti “parte del problema” posso essere anche
parte della soluzione; non è un caso che, in psicologia strategica, il solo
bloccare le tentate soluzioni disfunzionali che la persona mette in atto e,
contemporaneamente, il mantenere e
rinforzare le soluzioni che funzionano, basti molto spesso per ottenere
significativi miglioramenti.
Ma non possiamo ignorare l’influenza che le condizioni
storico, sociali ed economiche hanno sulla vita delle persone; gli psicologi
quindi possono notare che in periodi diversi è possibile registrare diverse
incidenze delle problematiche.
E’ abbastanza intuitivo ad esempio capire che, in un periodo
post bellico o in zone geografiche martoriate da conflitti, la frequenza del
Disturbo Post Traumatico da Stress sia molto più elevata, e non solo nei
soldati direttamente coinvolti nel conflitto; un altro esempio è ben
rappresentato dai casi in cui inizia ad essere commercializzato un nuovo
farmaco per un determinato disturbo1: l’invenzione di una nuova classe
di antidepressivi sembra rendere allora,
ad esempio, “più facile” la diagnosi di
depressione.
Nell’epoca odierna, negli studi di psicologi e
psicoterapeuti, iniziano ad essere
sempre più frequenti i disturbi ossessivi e ossessivo-compulsivi, che sembrano
, nei numeri, aver preso il primato a
disturbi d’ansia e attacchi di panico.2
La possibilità di avere tutto sotto controllo, a partire
dalla propria salute – grazie ai progressi della medicina- fino ad arrivare al
luogo in cui si trovano i propri figli (con le app degli smartphone) passando
per la comunicazione con gli altri (sms, social, e-mail sempre attive sul
telefono), rischia di far cadere l’essere umano nell’autoinganno del “più cerco
di ottenere il controllo e più lo perdo”: da qui, l’ossessione costante che il
telefono sia sempre carico e connesso, la compulsione di sottoporsi ad esami
medici costanti e continui, la necessità maniacale di avere tutta la giornata (
o la vita) perfettamente organizzata e prevedibile.
Inserire quindi un piccolo imprevisto nella quotidianità
(lasciare a casa il cellulare, rimandare una commissione, posticipare la
lettura di una mail…) possono essere piccoli antidoti alle tendenze ossessive.
1 Un interessante analisi sugli psicofarmaci la
trovate in “Psicopillole” di Alberto
Caputo e Roberta Milanese, Ed. Ponte alla Grazie, 2017
2 In molti più casi di quello che si pensa, i
sintomi che il paziente porta come di tipo “ansioso” possono in realtà
rivelarsi di altro tipo (ossessioni, rabbia, compulsioni….)
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