giovedì 22 giugno 2017

IL CIRCOLO VIZIOSO DELL'IPOCONDRIA




Il maggiore e più immediato accesso alle informazioni tramite internet ha sicuramente contribuito ad aumentare, nella popolazione, le conoscenze in molti settori .

Ma ha anche contribuito ad alimentare quella ricerca che, psicologicamente, possiamo definire ossessiva, tipica del disturbo ipocondriaco.
Gli studi condotti secondo il modello della psicologia strategica hanno mostrato come la preoccupazione eccessiva per la propria salute si costruisce e si mantiene proprio a partire da quelle soluzioni che la persona mette in atto ripetutamente nel tentativo di calmare l’ansia e la sensazione di perdita di controllo. 

A nulla servono i ripetuti esami medici; sebbene risultino negativi il dubbio continua a perseguitare la persona. 

Appare quindi forse più chiaro quel meccanismo, apparentemente paradossale, per cui il contrarre una malattia può spesso spezzare il circolo vizioso dell’ipocondria che il dubbio costante, invece, alimenta. 

Fenomeno sintetizzato bene dall’aforista Milan Bestic:
 L’ipocondriaco è guarito. Si è ammalato.

Anche il parlare delle proprie ansie con altri ha un effetto calmante solo apparente; le parole altrui non potranno mai essere abbastanza confortanti, nemmeno, come abbiamo sopra detto, quelle degli specialisti.

Riconoscere questo circolo vizioso è il primo passo che molti pazienti già hanno fatto quando chiedono aiuto la prima volta; in altri casi lo si scopre proprio in prima seduta.

Strategicamente, si tratta poi di utilizzare l’attenzione focalizzata sul corpo, che la persona descrive come “più forte” di qualsiasi altro tentativo di distrazione, per ritornare ad avere il controllo della propria vita e delle proprie scelte anzichè sentirsene schiavi.

Dr.ssa Sabrina Trojani

www.studiopsicologiaverona.it
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