INNO AL PESSIMISMO
CONCEDERSI IL LUSSO DEL DOLORE
Il titolo appare strano; solitamente vengono proposte ricette per la
felicità perenne e per il rinforzo dell’autostima. Ogni tanto però
è bello (e lasciatemelo dire, salutare) andare contro corrente.
Ritengo infatti (prima di me, certo, lo hanno scritto persone più
illustri) che alcuni dei problemi umani derivino proprio dalla
ricerca spasmodica della felicità; come direbbe uno dei miei maestri
Giorgio Nardone, la tentata soluzione diventa essa stessa il
problema.
Più alto è il nostro sogno, più grande è l’illusione;
direttamente proporzionale a questa può essere quindi la delusione.
Quali meccanismi attiviamo quando stiamo male? Solitamente lo sforzo
nostro e di chi ci sta vicino è di “tirare su il morale”- nobile
intento, certo, ma che provoca un effetto paradossale: più mi sforzo
di stare meglio più sprofondo nel dolore.
Cosa dire allora dell’effetto placebo? Tale effetto funziona solo
perché si tratta di un meccanismo involontario: sapere che il
farmaco assunto non ha alcun principio attivo e sforzarsi in ogni
caso di pensare che funzionerà non aiuterebbe nessuno.
I sostenitori della psicologia positiva tralasciano un elemento
fondamentale: pensare in meglio funziona quando già ho ottenuto dei
successi; in questo caso il pensiero positivo rinforza ciò che già
ho sperimentato. Applicarlo però a situazioni di rabbia o dolore non
fa altro che aumentare queste emozioni anziché diminuirle.
Molti conoscono il fenomeno della “profezia che si autorealizza”:
un determinato evento si verifica solo perché è stato pensato (non
è magia ma succede che la persona si comporta come se l’evento
fosse già reale finendo così per realizzarlo essa stessa); forse
pochi sanno però che questo fenomeno funziona molto più in negativo
che in positivo – di nuovo infatti per ottenere il risultato
positivo l’autoinganno deve essere inconsapevole.
Scherzandoci un
po’: ci viene più facile attirare disgrazie che successi!
Dobbiamo concederci il tempo di stare male e di arrabbiarci; ciò che
provoca più danno infatti non è il dolore di per sé ma la paura
che abbiamo di esso. La cronaca ci riporta purtroppo ogni giorno
episodi di violenza su donne compiuti da uomini incapaci di
sopportare anche solo l’idea di stare male per amore.
Fa male vedere un bambino deluso e in lacrime; ma se gli concediamo
ogni tanto il lusso di imparare a reggere anche queste emozioni un
giorno ce ne sarà grato, probabilmente più per questa lezione che
per le nostre consolazioni.
Dott.ssa Sabrina Trojani
www.studiopsicologiaverona.it
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