giovedì 18 gennaio 2018

Chi è in grado di distinguere quando è il momento di dare battaglia e quando non lo è riuscirà vittorioso



Ancora una volta, “L’Arte della Guerra” di Sun Tzu ci può essere utile nel quotidiano (per il primo articolo leggi #1 Gli elementi immutabili)

Vediamo qualche esempio:

  • Rabbia: quando una discussione si fa troppo accesa e corriamo il rischio di agire d’impulso, spinti dalla rabbia, una buona strategia è proprio quella di allontanarsi. Abbandona il campo di battaglia perché in quel momento non stai lottando realmente ad armi pari, non sei lucido e non puoi essere abbastanza strategico da vincere realmente – oppure la vittoria avrà un prezzo troppo alto.
Sun Tzu ne 'L'Arte della Guerra'
“Se il generale è incapace di controllare la propria impazienza e lancia le truppe all’assalto delle mura come uno sciame di formiche, ne farà massacrare un terzo senza prendere la città. Simili attacchi sono manifestazioni di stupidità assassina”.


  • Relazioni affettive: a volte vengono tenute in vita forzatamente. Ci danno poco, ci tolgono troppo . In questi casi spesso quello che blocca è la paura della solitudine – una buona strategia potrebbe essere quella di prendersi un po’ alla volta degli spazi senza l’altro, per abituarsi  gradualmente.
Sun Tzu ne 'L'Arte della Guerra'
 Non vi è mai stata una guerra protratta a lungo nel tempo dalla quale un paese abbia tratto vantaggio.


  • Arroganza altrui: incrociare sul nostro cammino una persona arrogante rischia di farci scendere al suo stesso livello; ci ricolleghiamo quindi alla questione della rabbia ma in questo caso per prevenirla. Evitare lo scontro, lasciare che la maleducazione rimbalzi e torni al mittente è un ottimo modo per “vincere senza combattere”. Lasciate la precedenza (anche in macchina sì) a quelli che se la prendono con la forza ; scoprirete che è meno fastidioso di quello che pensate.
Sun Tzu ne 'L'Arte della Guerra'
Se sei inferiore in tutto al nemico, devi riuscire a sfuggirli. Se ti ostini a cercare il combattimento sarai fatto prigioniero, perché, per una forza più potente, una forza esigua diventa preda desiderata.

L’obiettivo essenziale della guerra è la vittoria, non le operazioni prolungate

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