sabato 7 ottobre 2017

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO 

BASATO SUL PIACERE.


Quando la forza di volontà non basta.





 Nessun piacere è di per sé stesso un male: ma i mezzi per procurarsi certi piaceri arrecano molti più tormenti che piaceri.
Epicuro

Entriamo un po’ più nel dettaglio della seconda tra le sensazioni primarie che stiamo approfondendo (clicca qui per l’articolo sulla paura).

Solitamente il piacere è l’obiettivo di un percorso terapeutico; molte problematiche che i pazienti portano in seduta (ansia, paura, depressione, disturbi sessuali…) sono caratterizzate da una parziale o totale perdita di esso nella propria vita. 
Per questo, in un percorso psicologico di tipo Breve Strategico, dopo un’iniziale sblocco della sintomatologia, si dedica una parte finale (solitamente più lunga, ma con minore frequenza di sedute al mese) per riprendere quel piacere perduto.

Vi è però una categoria particolare di problematiche che il modello strategico classifica come Disturbo Ossessivo Compulsivo basato sul Piacere; si tratta di quelle compulsioni (azioni ripetute di cui la persona non riesce a fare a meno) che altri approcci definiscono come dipendenze (in assenza di sostanza).

Tra queste troviamo lo shopping compulsivo, alcune forme minori di autolesionismo (es. tricotillomania), la sindrome da vomiting. l'information overloading addiction, il gambling on-line, il trading on-line compulsivo, la chat dipendenza e il cyber-sex.

Ognuna verrà approfondita in un articolo dedicato, più in generale possiamo notare come, il comune denominatore di queste condotte sia proprio il piacere che la persona dichiara di provare (seppure temporaneo) e al quale non riesce a rinunciare. A differenza di una dipendenza da sostanza, quindi, non vi è astinenza, tolleranza o craving, piuttosto ad essere irrinunciabile è la rincorsa al benessere che queste azioni promettono.

Ciò che risulta disturbante per la persona in questi casi non è l’azione in sé ma le inevitabili conseguenze negative di questa, come la perdita eccessiva di denaro o l’allontanamento delle persone care.

Di nuovo, come per altri disturbi, il ricorso alla logica ordinaria che prevede, ad esempio, l’incitamento della forza di volontà, il calcolo matematico delle perdite in denaro o il rancore dei propri cari, non sembra sortire effetti a lungo termine. Lo sblocco delle compulsioni necessita di strategie nuove, già protocollate e  costantemente aggiornate dal Centro Di Terapia Breve Strategica di Arezzo.


Dr.ssa Sabrina Trojani



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