L’AMARA VEDETTAVendicarsi funziona davvero?
Chi ha conosciuto il tradimento e la delusione ha conosciuto
anche quell’ondata che chiamiamo desiderio di vendetta.
In alcuni casi può diventare un’ossessione per cui l’unico
pensiero ricorrente nella giornata è pensare ai modi migliori per vendicarsi.
L’idea è che l’altro debba provare il
dolore che abbiamo provato noi, magari con gli interessi.
La realtà è che questa spesso è un’utopia per molte ragioni:
non possiamo infatti entrare nella mente dell’altro e quindi
non sapremmo mai realmente se sta soffrendo come noi vorremmo;
sebbene noi ci sentiamo giustificati nella nostra vendetta
in quanto traditi , agli occhi degli altri in quel momento passiamo dalla parte
dei carnefici, anche perché spesso la
vendetta non è consona all’azione che l’ha provocata ma viene adeguata al
sentimento della persona offesa, arrivando quindi ad essere anche più cattiva
del tradimento stesso.
Infine, ma è forse l’aspetto più importante, una volta
consumata la vendetta la sensazione è tutt’altro che piacevole. Ci sembra di
non averne avuta mai abbastanza, e rischiamo così di entrare in un circolo
vizioso per cui più mi vendico più ho bisogno di rifarlo.
Il gioco sembra finire sempre in pareggio. Ancora non siamo
i vincitori e non ci sentiamo mai tali.
Riporto quindi le, a mio avviso, illuminanti parole di
G.Orwell:
La vendetta è un’azione che si vorrebbe compiere quando e proprio perché si è impotenti; non appena questo sentimento di impotenza scompare, svanisce anche il desiderio di vendicarsi.
Dott.ssa Sabrina Trojani
www.studiopsicologiaverona.it
Nessun commento:
Posta un commento