mercoledì 14 dicembre 2016

L’AMARA VEDETTAVendicarsi funziona davvero?


Chi ha conosciuto il tradimento e la delusione ha conosciuto anche quell’ondata che chiamiamo desiderio di vendetta.

In alcuni casi può diventare un’ossessione per cui l’unico pensiero ricorrente nella giornata è pensare ai modi migliori per vendicarsi. L’idea è che l’altro debba provare  il dolore che abbiamo provato noi, magari con gli interessi.

La realtà è che questa spesso è un’utopia per molte ragioni:

non possiamo infatti entrare nella mente dell’altro e quindi non sapremmo mai realmente se sta soffrendo come noi vorremmo;

sebbene noi ci sentiamo giustificati nella nostra vendetta in quanto traditi , agli occhi degli altri in quel momento passiamo dalla parte dei  carnefici, anche perché spesso la vendetta non è consona all’azione che l’ha provocata ma viene adeguata al sentimento della persona offesa, arrivando quindi ad essere anche più cattiva del tradimento stesso.

Infine, ma è forse l’aspetto più importante, una volta consumata la vendetta la sensazione è tutt’altro che piacevole. Ci sembra di non averne avuta mai abbastanza, e rischiamo così di entrare in un circolo vizioso per cui più mi vendico più ho bisogno di rifarlo.

Il gioco sembra finire sempre in pareggio. Ancora non siamo i vincitori e non ci sentiamo mai tali.

Riporto quindi le, a mio avviso, illuminanti parole di G.Orwell:
                               
                               La vendetta è un’azione che si vorrebbe compiere quando e proprio perché si è impotenti;                           non appena questo sentimento di impotenza scompare,                          svanisce anche il desiderio di vendicarsi.

Dott.ssa Sabrina Trojani
www.studiopsicologiaverona.it 

Nessun commento:

Posta un commento