mercoledì 24 agosto 2016

PERCHE’ UN TERREMOTO VICINO CI COLPISCE PIU’ DI UNA GUERRA LONTANA




Eventi catastrofici come quello appena successo, che ha colpito il centro Italia, spesso riaprono la questione di quanto spazio tali notizie trovino sui media del popolo colpito a discapito di altri equiparabili (o peggiori) eventi accaduti in altri Paesi.



Iniziamo con una constatazione che emerge dalle ricerche-intervento in ambito psicologico: la sofferenza è direttamente proporzionale alla vicinanza della stessa; non sembra cioè essere l’evento doloroso in sé a fare la differenza ma quanto vicino esso sia.


Se un dolore ci riguarda in prima persona perché siamo noi le vittime sarà molto più grande rispetto ad un dolore che riguarda un familiare lontano, un amico, un conoscente e a seguire.


Quando sui social network si grida allo scandalo perché una parte del mondo si mette in lutto solo se la catastrofe colpisce popoli vicini, dimentica la “regola” sopra descritta.


Più l’evento traumatico è lontano e meno “smuove” i nostri sentimenti; con molta probabilità questa reazione rientra in quegli schemi inconsci di sopravvivenza che l’essere umano non può controllare razionalmente. 
E’ più conveniente spendere energie per le persone più vicine che per quelle più lontane ed estranee alla nostra vita.


Qualcuno lo considera egoismo; psicologicamente è stato invece perfettamente definito dal professor Giorgio Nardone con il concetto di visione prospettica del dolore.


Dott.ssa Sabrina Trojani



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