giovedì 10 agosto 2017

RAGIONE CONTRO AUTOSTIMA




Perché spesso seminari di gruppo o libri sull’autostima non sembrano funzionare come speriamo?

Perché in entrambi i casi si commette l’errore di dare per scontata la definizione di autostima, che a ben guardare non è uguale per tutti. Ciò che rende una persona fiduciosa di sé stessa può non avere alcun valore per un’altra.

Non solo, ma spesso si propone un percorso inverso rispetto a ciò che accade nella realtà: prima acquisisco fiducia in me stesso e poi mi muovo nel mondo.

Eppure, accettando per vera la premessa (assai condivisibile aggiungerei) che autostima e fiducia in sé stessi siano sinonimi, possiamo riflettere su cosa significa dare fiducia ad una persona.

Come ci ricorda Watzlavick, ragione e fiducia non possono coesistere1: fidarsi è un atto di coraggio, se vogliamo un atto irrazionale, fatto alla cieca. Si corre sempre un rischio e l’unico salvagente che abbiamo è quello di fidarsi a piccole dosi.

Non è molto diverso da quello che dovremmo fare con noi stessi: metterci alla prova come metteremo alla prova gli altri. Non attendere che la sicurezza del risultato sia antecedente all’azione. 

L’autostima non è mai a priori, non arriva mai prima dell’azione ma sempre dopo aver superato una prova.

L’aspetto speciale è che non sempre è necessario ottenere “buoni voti” per piacersi di più.
Spesso basta solo averci provato.

Dr.ssa Sabrina Trojani
www.studiopsicologiaverona.it

1”Guardarsi dentro rende ciechi”, Ed.Tea, 2007, pag.87

lunedì 7 agosto 2017

IL DOLORE NELLO ZAINO 





Molti tentativi di evitare la sofferenza non fanno altro che prolungarla.

In amore, nel lutto, nella delusione … concedersi il dolore, tutto fino in fondo, permette poi di tornare a galla e da lì, ricominciare a nuotare.

Le ferite non saranno più aperte,  pronte a farci sanguinare ad ogni nuovo passo; rimarranno cicatrici, per di più invisibili agli altri ma visibili agli occhi di chi le porta. 

Il dolore fa parte degli oggetti nello zaino della nostra vita; nessuno esente, alcuni più leggeri di altri.

Ignorare la sua presenza significherebbe solo portare un peso sempre più difficile da gestire. Prenderlo tra le mani e osservarlo permette poi di riporlo nella giusta collocazione; magari in fondo a questo zaino sopra al quale inserire gli altri oggetti della nostra vita.



Dr.ssa Sabrina Trojani


Vedi anche il mio articolo:
http://articolidipsicologia.blogspot.it/2016/06/inno-al-pessimismo-concedersi-il-lusso.html

martedì 1 agosto 2017

MANTENERE ALTA LA MOTIVAZIONE 

PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI





Tutti noi sappiamo che uno degli ingredienti fondamentali per raggiungere i nostri obiettivi si chiama motivazione; dizionario a parte, il significato che ognuno di noi può dare a questo termine non è così semplice, probabilmente perché non stiamo parlando di un elemento stabile ma di un processo.

E’ utile prefigurarsi la motivazione come un’onda, con punte di massima altezza ma anche di bassi livelli; quest’onda è sensibile, tra le varie cose, anche ai cambiamenti ambientali  ossia il contesto in cui ci muoviamo, comprese quindi le altre persone.

Muoversi e agire nel giusto contesto risulta quindi importante; tradotto: meglio circondarsi di persone che credono in noi e frequentare contesti di persone che ce l’hanno fatta o che, come noi, stanno lottando.

Anche il nostro “ambiente interno” ha un peso importante sulla costruzione e il mantenimento della motivazione; fissare chiaramente nella nostra mente gli obiettivi da raggiungere è utile ma non sufficiente.

Alcuni studi mostrano che non solo gli obiettivi positivi possono aiutare, ma anche quelli espressi in forma negativa; immaginare cioè cosa succede se non raggiungo quanto mi sono prefissato/a (esempio di obiettivo positivo: “voglio laurearmi prima dell’estate”; esempio di obiettivo in negativo “se non mi laureo nel tempo stabilito non potrò andare in vacanza tranquillo”)

Inoltre, essendo la motivazione un processo, vale la pena immaginarsi non solo e non già ad obiettivo raggiunto ma in tutta la fase di lavoro, includendo tutti gli ostacoli che potremo trovare, “guardandoci” nell’atto stesso di superare tali difficoltà (esempio: quando sarò davanti alla tentazione di non studiare, opterò solo per una piccola pausa)

Infine, come ci ricorda Gregg Krech  ne L’arte di passare all’azione: 
dobbiamo tenere duro perché ciò che stiamo facendo continuerà a essere importante anche dopo la fine dell’esaltazione.


Dr.ssa Sabrina Trojani
www.studiopsicologiaverona.it


giovedì 27 luglio 2017

LE 7 REGOLE SUL TEMPO

 CHE GRANDI MAESTRI CI HANNO INSEGNATO








1 - Se ho un piede intrappolato nel passato e uno poggiato nel presente, devo liberare il piede intrappolato nel passato, sollevarlo e, reggendomi sul piede poggiato nel presente, muovere e proiettare l’altro piede in avanti, verso il futuro (Richard Sword)


2 - In modica dose il presente è un posto piacevole in cui vivere, ma, se esageriamo, ci priva della capacità di apprendere dal passato e di fare piani per il futuro (P.Zimbardo, J. Boyd)


3 - C’è un solo momento migliore per cominciare a investire (n.d.r. qualsiasi cosa significhi per voi), ed era ieri. Se avete cominciato a investire ieri, buon per voi. Se non lo avete fatto, il secondo momento migliore è oggi. Non aspettate altro tempo. (Zimbardo, Boyd)


4 - Per raggiungere grandi risultati, due cose sono necessarie: un piano, e la condizione di non avere abbastanza tempo. (Leonard Bernstein)


5 - I due più gagliardi guerrieri sono il tempo e la pazienza (Tolstoj)


6 - Se sono triste o in difficoltà e guardo al futuro con gli occhi del presente non posso che sentirmi perso o fallito in partenza; devo imparare a guardare al futuro con gli occhi del futuro, ossia, dopo che avrò iniziato il mio percorso di cambiamento (dalle lezioni del professor Giorgio Nardone)


7 - Il tempo non va misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni.
(Fabrizio Caramagna)



www.studiopsicologiaverona.it


martedì 18 luglio 2017

Porto addosso le ferite delle battaglie che ho evitato”  Pessoa

ANSIA E PAURE, SE NON LE AFFRONTI NON GUARISCI

Ovvero come evitare l’evitamento




Davanti ad una situazione che ci fa paura, l’ansia ci precede e ci accompagna.

Essere razionali qui non funziona, a nulla serve dire o pensare che non c’è niente di pericoloso, che andrà tutto bene o che situazioni come questa  le hanno già affrontate in molti.

Se nessuna consolazione sembra aiutarci, la scelta più immediata e semplice diviene spesso l’evitamento.

Tiriamo quindi un sospiro di sollievo, abbiamo scansato ciò che ci fa paura ma, contemporaneamente, ci siamo da soli dati conferma che siamo incapaci, paurosi e che probabilmente mai riusciremo ad affrontarla. Saranno sempre più bravi quei “molti” che ce l’hanno fatta.

Spezzare il circolo vizioso dato dall’ansia + evitamento  non ci renderà certo esenti dal provare sensazioni, ma ci permetterà di tornare a sentirci padroni della nostra vita.
Non più quindi “sono salvo ma sono incapace” quanto piuttosto “l’ho affrontata e sono quindi più forte di prima”.

Ma come vincere la tentazione dell’evitamento?

Il lavoro dello psicologo dovrebbe essere centrato proprio su questo: imparare strategie utili  per diventare  persone NON SENZA PAURA ma in grado di affrontare la situazioni NONOSTANTE LA PAURA.

L’obiettivo da perseguire ce lo ricorda Anais Nin:

La vita si restringe o si espande in proporzione al nostro coraggio.


Dr.ssa Sabrina Trojani
www.studiopsicologiaverona.it

venerdì 14 luglio 2017



<< Svegliarsi ogni mattina è una rinascita.

Addormentarsi ogni sera è come morire insieme al giorno.


Perchè rinviamo il bene che vorremmo fare?
Perchè tardiamo a pronunciare parole gentili, a dare incoraggiamento, a scrivere una lettera, a prenderci cura di noi stessi?


Perchè siamo riluttanti a prendere decisioni, a vivere la vita?

La procastinazione è una malattia spaventosa e terribile.

Possiamo anche dire a noi stessi:
"Fallo subito", ma poi aspettiamo il "momento giusto".

Non c'è bisogno di aspettare per vivere la vita.>>

W. Hedward Harris

martedì 11 luglio 2017

L'INGANNO DELL'AMORE INCONDIZIONATO






Partendo dalla splendida definizione dell’amore data da  Proust, “L’amore, il più sublime degli autoinganni”, possiamo ben presto capire come , nelle relazioni di coppia, siano molteplici le bugie che diciamo a noi stessi; fatto ben visibile nei casi in cui, questo Amore, risulta essere unilaterale.


Anche in queste situazioni infatti, come nelle altre problematiche psicologiche, il Modello Strategico parla di Tentate Soluzioni che la persona mette in atto per mantenere un equilibrio, soluzioni che però a volte si cristallizzano, impedendo quindi di  evolvere e di apportare cambiamenti quando necessario.


Molte sono le persone che offrono devozione incondizionata all’Altro, offrendo “l’amore ad ogni costo”, non accorgendosi che questi “costi” li pagano sempre e solo loro
In questo caso l’autoinganno recita più o meno così “Offrendo sempre e incondizionatamente dedizione e amore all'Altro non potrò che essere amato a mia volta”. 
Ma in alcuni casi l’altro prende e basta, senza dare.


Sono autoinganni difficili da spezzare e spesso, l’innamorata/o deve passare per molte delusioni prima di arrivare a quella in grado di spezzare la certezza di essere ricambiati per ciò che si offre, ossia prima di arrivare a capire ciò che è ben spiegato dalle autrici Emanuela Muriana e Tiziana Verbitz :

“Se sei capace di correre il rischio di perderlo, potrai correre il rischio di averlo”


Dr.ssa Sabrina Trojani
www.studiopsicologiaverona.it 


Bibliografia
·         E. Muriana, T. Verbitz
     "Psicopatologia della vita amorosa",Ed Ponte Alle Grazie, 2010